Annamaria Pianezzi-Marcacci (Oleaster)

2007

APPRENDISTA ANZIANA

von Oleaster

APPRENDISTA ANZIANA

UNO

Le nostre madri avevano pochi dubbi e molte certezze, erano giovani o vecchie.
Oggi donne di sessanta, sessantacinque, settant’anni fanno parte di una categoria senza nome.
Non più giovani, non ancora vecchie sono nell’età indefinita , un’età da inventare, senza modelli.
È l’esercito di apprendiste di cui faccio parte.
Sono un’apprendista anziana.

DUE

LAL.

Non è il suo vero nome, naturalmente, è un nome d’aria inventato da suo padre ispirato forse dagli antichi sassi della torre sovrastante la vecchia casa. Quel nome strano è rimasto dentro di Lei come la nuvola evanescente del soffione , come il vibrare azzurro della libellula, come la scia odorosa del tiglio,come il suo magico mondo dell’infanzia.

Sua madre le raccontava della bisnonna. Sul letto di morte volle prenderla in braccio,Lei aveva forse un anno , le mise fra le mani i suoi gioielli: spilla, orecchini, bracciale di oro rosso, smalti e pietre preziose. Era una strega, leggeva il destino nelle carte, parlava coi morti come fossero presenti e aveva un gatto nero chiamato Lucifero.
In paese la davano per pazza ,evitavano il suo gatto perché temevano il suo sguardo diabolico. E qualcosa di strano doveva avere quel gatto perché alla morte della donna , sempre dai racconti di sua madre, miagolando selvaggiamente salì sulla peltrera facendo cadere piatti e bicchieri, graffiò e morse tutti quelli che si avvicinavano alla defunta e alla fine sparì senza lasciare traccia.

Col passare degli anni il cimitero si allarga, genitori, amici, coetanei passano dall’altra parte.
Lei, sola in casa, parla con il loro spirito a voce alta, tiene nota degli anniversari e piange o ride ricordando i momenti insieme, li benedice, li ringrazia.
Detto così sembra cosa cupa, ma non lo è, in fondo c’è solo un vetro che separa i vivi dagli altri e c’è chi riesce a vedere attraverso e comunicare.

E i sogni?
I sogni sono importanti come ben diceva il grande Carl Gustav. A volte Lal si sveglia da incubi terribili,im parte complice il formaggio abbondante della cena. Annota i sogni e cerca risposte e messaggi. Alcuni sono veramente mostruosi: tipo quello dell’agnello squartato e impiccato alla vigna, con tre fiumi di sangue nero che fanno crescere le dàture viola…

La sua mente è continuamente in ebollizione, in fondo all’età che ha potrebbe… no, non potrebbe mai, lei è così prendere o lasciare. A volte l’energia dei suoi pensieri è così forte che Bruno li sente sul pelo, lei se ne accorge e se lo porta in giro per casa o nel letto e lo stringe forte quando alle tre o quattro di notte senza accendere la luce annota pensieri,poesie o promemoria…Questo fino a poco tempo fa, ora c’è Oliva.

E’dura invecchiare senza un modello, improponibili quelli delle mamme e nonne, questa generazione di donne deve cavarsela da sola e inventarsi un nuovo modo di avanzare negli anni, senza cadere nel ridicolo del giovane per forza. Lei, sarà una delle prime a segnare la nuova generazione di donna emancipata che invecchia.
Per ora procede a tentoni, fa l’apprendista. L’apprendista anziana.

TRE

BRUNO.

Pochi sanno che Lei possiede un orso di peluche color marrone di nome Bruno, da qui il nome.
Lei lo comprò circa cinquant’anni fa durante un manco pazzesco di coccole dopo la prima disastrosa esperienza sentimentale. L’animale ha vissuto tutte le intemperie e le bonacce della vita di una donna originale, esuberante, forse intelligente, sicuramente folle. Prima dell’arrivo di Oliva il rituale al ritorno dai viaggi era sempre uguale. Baci, strapazzate, sfoghi…pure a letto se lo portava e lo lavava all’occorrenza con il sapone di Marsiglia.Mai un lamento,Bruno è un orso stoico,con gli anni ha perso molto pelo,gli occhi sono diventati opachi, ma il suo profumo è intatto e il cuore nell’imbottitura batte ancora. Non si preoccupa che Lei lo possa sentire, tanto è diventata sorda!
Da pochi anni Lei ha cambiato drasticamente la sua vita, nel senso che ha scelto, dopo un percorso molto doloroso, di vivere sola.
La casa è tranquilla, fin troppo, così Bruno ha tempo per ricordare e soprattutto vedere come continua l’avventura iniziata il secolo scorso con una ragazza e ora con una vecchia pazza col cuore da ragazza. Gli orsi hanno una grande esperienza di ragazze, vivono nelle loro camere, antro dei segreti e delle intimità. Nelle generazioni passate gli orsetti antenati venivano archiviati appena trascorsa l’infanzia e sostituiti con altre consolazioni.Allora imperavano il buon senso, la buona educazione, la ragazza matura. Dopo l’adoloscenza, il nobile spirito infantile, ornato di coccole e carezze, veniva considerato svenevole, e quelle che ostinate continuavano a coltivare la bambina interiore dovevano per forza tacere, nascondere, fingere. Già fingere, la specialità delle generazioni passate. Per fortuna gli anni sessanta non sono trascorsi invano, qualcosa le donne hanno conquistato, soprattutto il diritto di essere se stesse e Lal, vent’anni negli anni sessanta- si è guadagnata sul campo anche quella medaglia.
Bruno è felice che Lei abbia spudoratamente ignorato la tradizione e se la gode o per meglio dire se la godeva prima dell’arrivo di Oliva, qual principe confidente intronizzato su un cuscino ricamato a mano beato tra calze e reggiseno sparsi.

QUATTRO

OLIVA.

La desiderava da molto e come molte cose desiderate è giunta attraverso vie strane guidata dal Caso.
Entrata nella sua vita con una vocina flebile ma decisa di essere intelligente e volitivo la scruta con i grandi occhi verdi e vede pensieri e desideri.
Curiosa e sperimentatrice si è appropriata di spazi, oggetti, tutta la casa.In un amen ha rivoluzionato orari, tempi, abitudini conquistate e acquisite con fatica.
Nata sotto il segno del Cancro ha un’anima lunare e acquatica.È deliziosa, affascinante, allusiva, sa stuzzicare, provocare, convincere.
Spesso temeraria, in bilico sul bordo stretto del terrazzo al quarto piano, permalosa e dispettosa, strappa le foglie più belle delle piante e distrugge a graffi la moquette.
Appena arrivata durante il sopralluogo del sito ha scoperto l’ingombrante presenza di Bruno e il suo primo gesto saliente è stato di cavargli gli occhi .In seguito l’opera devastatrice è proseguita sistematicamente con l’ablazione di un’orecchio, lo sbudellamento e si è bloccata solo dopo il seppellimento della creatura in opportuna scatola dietro solida porta d’armadio.

La desiderava ed è arrivata a passi felpati, poi con un balzo, soffiando via serate solitarie, graffiandole l’aura si è acciambellata come un frutto ovale d’ulivo, caldo e maturo, vicino al suo cuore, solo da troppo tempo e se l’è mangiato in un boccone!
L’ha battezzata Oliva.

CINQUE

ETÀ INESISTENTE.

Quando è vecchia una donna? a sessanta, sessantacinque, settant’anni? Quando il seno aumenta stranamente di volume e precipita senza ritegno? Quando setaccia la casa alla ricerca degli occhiali sul naso? Quando si alza mille volte la notte per andare in bagno? No, il momento esatto è quando diventa trasparente, inesistente. Quando cammina per la strada, sale sull’autobus, si siede al bar, entra in un negozio e nessuno la guarda, meglio nessuno la vede. E ciò è ancora più evidente quando una donna è stata guardata, ammirata, concupita.
La prima avvisaglia Lal l’ebbe al fiorire di sua figlia. Colleghi e conoscenti che da una vita le facevano l’occhiolino, battute, allusioni più o meno esplicite, improvvisamente incontrandola con la figlia, come folgorati, vedevano prima lei. Non fu invidia che provò, solo una fitta strana,uno stupore, la sensazione di perdita, smarrimento di un qualcosa che c’era e improvvisamente non c’è più perdita di certezza, potere. E pensare che quando aveva vent’anni voleva che gli uomini l’apprezzassero per il suo cervello, non per davanzale e posteriore!
Seguì l’adattamento graduale allo sfiorire, sostenuto dall’insostituibile autorironia e da qualche sporadico e inutile attacco di autodifesa, tipo spese pazze per cure estetico- palliative, lettura di saggi sui passaggi critici eccetera.

Si ritrovò con tre tipologie di coetanee: le ex compagne di scuola, quelle che, “oramai”e “lasciamo fare alla natura”, le amiche scoperte durante viaggi, corsi, le animatrici di associazioni, quelle qui e ora, quelle toste, indomite abituate a lottare a tutti i livelli che si curano fuori e dentro con metodo ed energia. Donne consapevoli, che mettono l’accento su nuovi modi di vivere seguendo il motto di Coco Chanel: belle a vent’anni, interessanti a quarante, affascinanti sempre.Infine
quelle che non si arrendono assolutamente e tutto il loro impegno è dedicato alla lotta impari per contrastare i guasti dell’età. Quelle che,benestanti, passano le giornate all’istituto,in palestra,vacanze dedicate alle cure.Vanno in giro con l’ombelico rifatto e esposto, hanno l’amante giovane, si tingono pure i peli sotto i vestiti, si tatuano,siliconano, si fanno stirare,aspirare,torturare iniettare ogni intruglio nel viso e nel corpo.
Lal, apprendista anziana, ha orrore del ridicolo ma al contempo è un essere umano e qualche cedimento se lo permette, alternando la fase uno,accettando, con la fase tre,massaggio e crema. Per lo più vive in fase due, accettando a malincuore l’inevitabile e sublimando.
Come a tutte le piacerebbe contrastare la forza di gravità, cancellare qualche solco profondo, suturare smagliature, ma non arriverebbe mai a farsi iniettare il botox: per lei il botulino è quel veleno orrendo e potentissimo-parola di sua madre- che si sviluppa nelle scatole di latta delle conserve andate a male che paralizza il sistema nervoso e addio!

Come Lal le donne di sessanta, sessantacinque,settant’anni sperimentano,tentano, provano e cercano d’imparare.
Vivono sulla linea sottilissima e indefinibile tra autocritica e buonsenso, ridicolo e giovanilismo caparbio.Tutto questo in un mondo di modelli irraggiungibili e uomini impauriti e frastornati.
E a un certo punto diventate trasparenti, camminano nel limbo dell’età inesistente che le porterà forse a quella definita, la vecchiaia.
Se Dio vorrà.